Esistono dei brevetti talmente essenziali in determinati ambiti tecnologici da costituire l’imprescindibile base di partenza per lo sviluppo di qualsiasi prodotto basato su quella determinata tecnologia; si tratta dei brevetti SEP, ossia “Standard Essential Patents”, cioè dei brevetti ritenuti indispensabili per la produzione in specifici ambiti tecnologici.
Li troviamo ad esempio nel campo dell’informatica e della telefonia mobile; in quest’ultimo caso le case produttrici di cellulari devono infatti necessariamente utilizzare dei brevetti SEP per collegarsi con le reti telefoniche esistenti.
Fatta questa premessa, la domanda è: “può il titolare di un brevetto SEP concedere la licenza del brevetto stesso solo a chi vuole lui (magari per opportunità o strategia commerciale)?”
La risposta è no, ma per chiarire facciamo un esempio: supponiamo che un soggetto sviluppi un prodotto che utilizza una tecnologia basata su un brevetto SEP.
Avendo utilizzato un brevetto altrui (il SEP appunto), egli risulta formalmente un contraffattore e, di regola, potrebbe essere perseguibile.
Di fronte ad un brevetto SEP accade però che se il contraffattore è realmente intenzionato a negoziare con il titolare, quest’ultimo è obbligato per legge a concedergli la licenza.
La legge è molto chiara: il mancato raggiungimento dell’accordo per mancanza di volontà del solo titolare costituisce abuso di posizione dominante e quindi una violazione della normativa antitrust.
Pertanto chi è titolare di un brevetto SEP è obbligato ad offrirlo in licenza al contraffattore, seppur
a condizioni “eque, ragionevoli e non discriminatorie” cioè in regime FRAND (Fair, Reasonable And Non-Discriminatory) per evitare la forma accentratrice monopolistica contraria alla legge.
Il legislatore ha voluto in questa maniera tutelare il consumatore finale onde evitare l’innalzamento del prezzo di acquisto di taluni prodotti, conseguente a costi di licenza elevati per tecnologie indispensabili (coperte appunto da brevetti SEP).
I brevetti concessi in licenza in regime FRAND dovrebbero quindi favorire il progresso tecnologico limitando le controversie legali; la conseguenza è un’apertura all’innovazione che farebbe crescere il mercato consentendone un più rapido innalzamento del livello di conoscenza.
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Avv. Daniela Pasquali
Dott. Enrico Palazzi